Dal 09 Luglio 2023 al 06 Ottobre 2023
COCCAGLIO | BRESCIA
LUOGO: Museo d’Arte Orientale - Collezione Mazzocchi
INDIRIZZO: Via Madre Teresa di Calcutta 2
ORARI: Lunedì CHIUSO Martedì 15:00 – 18:00 Mercoledì 09:00 – 12:00 Giovedì 15:00 – 18:00 Venerdì 15:00 – 18:00 Sabato 09:00 – 12:00, 15:00 – 18:00 Domenica 15:00 - 18:00
CURATORI: Gaia Poinelli
ENTI PROMOTORI:
Le Macchine Effimere srl
Con il patrocinio di Comune di Coccaglio e Consolato Generale del Giappone a Milano
COSTO DEL BIGLIETTO: € 5 intero, € 3 ridotto
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 379 2371525
E-MAIL INFO: museodarteorientalecm@gmail.com
SITO UFFICIALE: http://www.fondazione-mazzocchi.it
Dal 9 luglio al 6 ottobre 2023, il Museo d’Arte Orientale - Collezione Mazzocchi ospita la personale dedicata a Eva Dea (Berbenno di Valtellina 1888 - Coccaglio 1959), pittrice, benefattrice, musicista, conservatrice e donna di cultura. Ella è stata anche allieva di Emilio Borsa (allievo di Francesco Hayez), amica della pittrice O’Tama Kiyohara ed anche cantante. L’iniziativa rientra in un importante progetto di ricerca, iniziato anni fa, per l’approfondimento di questa figura che ha lasciato un segno indelebil e nella storia e nella collezione del Museo d’Arte Orientale - Collezione Mazzocchi. I primi risultati sono stati resi pubblici attraverso la mostra virtuale Eva Dea - Cantante, Ballerina, Artista e Benefattrice tenutasi a dicembre 2020. In questi ultimi anni si sono svolti ulteriori studi e l’analisi delle sue corrispondenze, arricchendo il panorama a lei riferito. La mostra, ideata da Paolo Linetti e curata da Gaia Poinelli, con il patrocinio del Comune di Coccaglio e del Consolato Generale del Giappone a Milano, presenterà opere inedite dell’artista. Ma anche disegni, fotografie d’epoca e lettere che testimoniano i suoi contatti con personaggi di spicco dell’ambito culturale e queste sue numerose sfaccettature. Arricchiscono l’esposizione, e permettono anche di comprendere ulteriormente il tipo di ambiente che frequentava Eva Dea, anche dipinti realizzati dalla pittrice giapponese O’Tama Kiyohara, un’opera di Emilio Borsa, un disegno realizzato da Carlo Prada ed infine uno dei Quaderni Manga di Hokusai.
"La forza, la passione per la bellezza e per l’estetica, in tutte le sue azioni traspare la potenza dell’incanto». Così veniva descritta Eva Dea dall’Assessore alla Cultura del Comune di Coccaglio Silvia Borra durante la mostra virtuale del 2020, continuando poi: «L’interesse per la cultura giapponese, il profondo legame con l’artista italiano Vincenzo Ragusa e la moglie O’Tama Kiyohara, dimostra quanto Eva Dea fosse disponibile alla conoscenza, quanto fosse in grado di superare i confini territoriali aprendo a nuove scoperte artistiche».
Durante le fasi di ricerca ha sottolineato il Direttore del Museo Paolo Linetti: «È stato bello vedere come le differenti persone che hanno conosciuto Eva Dea ne hanno dei ricordi personali, perché lei è stata tante cose assieme. Ma quello che è bello ed emozionate è che in Paese venisse ricordata per la gentilezza del carattere e dei modi. Di lei è rimasto questo ricordo, mentre con il tempo è passato in ombra il lato artistico». Lato che proprio attraverso questa mostra personale vuole essere riportato in luce.
Anche la Presidente della Fondazione Pompeo e Cesare Mazzocchi Cristina Capitanio sottolinea quanto sia importante, ma allo stesso tempo quanto sia stata nascosta fino ad adesso la figura di questa donna di cultura: «Da molti anni la Fondazione Pompeo e Cesare Mazzocchi porta avanti lo spirito filantropo dei Mazzocchi. Manca il nome di Eva Dea, che più di tutti si adoperò per il benessere fisico e mentale di chi le stava accanto».
L’allestimento, progettato dalla curatrice Gaia Poinelli, prevede una suddivisone del percorso in sezioni sulla base di quelli che erano i talenti e le carriere intraprese da Eva Dea. Si ha inizio con la sezione L’amore per l’arte orientale dove sono esposte opere che hanno influito sulla produzione artistica di Eva Dea, come ad esempio dipinti della pittrice O’Tama Kiyohara e i Quaderni Manga del celebre Hokusai. Così come sono esposte sue opere che testimoniano tale influsso. In particolare tra i numerosi disegni preparatori rinvenuti, rappresentanti vasi contenenti fiori, uno in particolare mostra un vaso con una geisha.
Segue poi la sezione La prima conservatrice. Eva Dea, infatti, può essere definita come la prima conservatrice del Museo d’Arte Orientale Mazzocchi. Nel corso degli anni si è occupata della conservazione ed esposizione nella sua dimora delle opere acquistate dal suocero, come mostrato dalle fotografie esposte. L’eredità pittorica è una sezione che vuole mostrare il suo lato di pittrice. Sono presenti sia suoi dipinti, che un’opera di Emilio Borsa rappresentante una donna con bambino e un disegno di Carlo Prada rappresentante dei musicisti. Nella sezione La trasmissione del sapere il suo lato da benefattrice è visibile attraverso la corrispondenza scambiata con l’amica e cantante del coro del Teatro alla Scala di Milano, Norina, nelle quali si fa riferimento al fatto che insegnasse musica e canto ai giovani di Coccaglio. La sezione Il mondo della musica dimostra la sua carriera da cantante attraverso spartiti e ulteriori scambi di lettere con l’amica Norina. In alcune di queste viene fatto riferimento a personaggi di spicco dell’ambito musicale e milanese come Vittore Veneziani e Arturo Toscanini. Si conclude, infine, con la sezione Il legame con Coccaglio. Questo si concretizza attraverso il monumento a Luca Marenzio tuttora presente nella piazza centrale del comune. I disegni rinvenuti dimostrano l’accurato studio da lei eseguito per mantenere viva la memoria del compositore.
Durante il periodo di apertura vi sarà l’organizzazione di eventi collaterali.
L’identità visiva e l’allestimento sono di Gaia Poinelli. Vorrei aver conosciuto la dolcezza caritatevole di Eva Dea, i suoi modi gentili di porsi agli altri, l’estrema capacità di adattarsi alle arti; straordinario esempio di come una donna dimostrasse amore per il proprio paese, manifestasse una speciale magnanimità nei confronti delle altre donne alle quali insegnava i segreti del bel canto, della musica e della pittura. La forza, la passione per la bellezza e per l’estetica, in tutte le sue azioni traspare la potenza dell’incanto.
Nella sua unicità, ha saputo distinguersi fra personaggi di spicco dell’epoca, pur stando accanto ai più deboli, alle loro fragilità, non scordando l’importanza del calore umano e delle amicizie alle quali era molto legata.
L’interesse per la cultura giapponese, il profondo legame con l’artista italiano Vincenzo Ragusa e la moglie O’Tama Kiyohara, dimostra quanto Eva Dea fosse disponibile alla conoscenza, quanto fosse in grado di superare i confini territoriali aprendo a nuove scoperte artistiche.
Impossibile raccontare in pochi frammenti la sua straordinaria esistenza, immedesimiamoci fra i suoi fiori, ascoltiamo l’eco della sua voce nelle stanze, immaginiamola dipingere nel suo giardino, i suoi quadri parlano di lei, la rendono immortale al ricordo.
Silvia Borra
ASS. ALLA CULTURA DEL COMUNE DI COCCAGLIO
Da molti anni la Fondazione Pompeo e Cesare Mazzocchi porta avanti lo spirito filantropo dei Mazzocchi.
Manca il nome di Eva Dea, che più di tutti si adoperò per il benessere fisico e mentale di chi le stava accanto.
Le testimonianze ci rimandano l’immagine di una donna sempre attenta alle esigenze dei suoi dipendenti, con un’attenzione a tutto tondo che mirava anche alla lietezza di animo, svago culturale e a un rinfresco dagli affanni.
Il suo spirito e desideri continuano a vivere con la mission della nostra RSA che persegue il medesimo obiettivo del far stare bene e far mantenere lieto l’animo.
Era una donna che per l’aspetto caritatevole amava stare non sul palco, ma dietro le quinte.
Presso il nostro ente sono custoditi molti suoi dipinti, firmati con la sigla Cesareva, dove al suo nome, Eva univa anche quello del marito per una sorta di dichiarazione di affetto che sminuiva la paternità autoriale; il che ci fa capire come ella stessa avrebbe probabilmente scelto il nome attualmente in uso alla Fondazione.
Cristina Capitanio
PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE POMPEO E CESARE MAZZOCCHI ONLUS
Eva Dea nasce a Teglio, in provincia di Sondrio, nel giugno 1888. Da famiglia composta dal padre Virginio, la madre Caterina e due fratelli. Si è formata in ambito pittorico e musicale a Milano e Monza, ed in seguito al matrimonio con Cesare Mazzocchi si è stabilita definitivamente nel comune di Coccaglio (BS). Qui ha continuato ad operare nell’ambito delle arti, cercando anche di trasmettere il suo sapere. È stata descritta dagli abitanti del paese come donna dai modi gentili ed estremamente solare, come dimostrato anche dalle fotografie che la ritraggono.
Sia lei che il marito sono stati personaggi di cultura che negli anni Venti e Trenta frequentarono i salotti milanesi, arrivando a conoscere personalità di spicco, musicisti e pittori, come Walter Toscanini, figlio del grande direttore d’orchestra. Stretto era anche il legame con il pittore Carlo Prada, il quale dipinse per i coniugi diverse opere tra le quali il ritratto di Pompeo (esposto all’interno del Museo), di Cesare Mazzocchi e di Eva Dea, quest’ultimo attualmente disperso. All’interno del catalogo Carlo Prada pittore, realizzato in occasione di una mostra temporanea dedicata al pittore presso Galleria Pesaro di Milano nel gennaio 1922, è stata riconosciuta l’immagine della suddetta opera.
La sua carriera da pittrice è testimoniata dalle numerose opere conservate nel deposito della Fondazione e alcune di esse esposte negli uffici della RSA Fondazione Pompeo e Cesare Mazzocchi ONLUS. La produzione si dimostra eterogenea includendo nature morte, ritratti, repliche di opere a carattere religioso, dipinti rappresentanti fiori e paesaggi onirici. In particolare Eva Dea riuscì ad affinare la sua tecnica essendo stata per un periodo allieva di Emilio Borsa a Monza, pittore di talento che presso l’Accademia di Brera ebbe come insegnate il grande Francesco Hayez. Sul retro di un arazzo da lei realizzato è stata trovata la scritta: Eva Dea a 20 anni Monza, allieva di Emilio Borsa 1909. Quindi la sua produzione pittorica si va ad inserire nella scuola di Hayez.
Probabilmente grazie al marito Cesare e alla collezione raccolta dal suocero Pompeo Mazzocchi imparò anche ad apprezzare l’arte giapponese. Con il tempo si affezionò alla collezione orientale, tanto che la fece esporre come fosse un vero e proprio museo al piano terra sul lato destro della loro dimora, come testimoniato da fotografie.
Di fondamentale importanza per la ricostruzione della sua biografia si dimostrano le corrispondenze con Norina, cantante facente parte del coro dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Dagli scambi di lettere è possibile ipotizzare che Eva Dea avesse vissuto per un periodo a Milano frequentando lo stesso ambiente musicale di Norina. In una lettera datata 24 luglio 1946, parlando dell’opera lirica Tosca, scrive: ti ricordi la nostra entrata trionfale sul palcoscenico vestite da Figlie di Maria? uscivamo per le prime in processione ed era per noi una grande soddisfazione. Norina informava Eva su ogni spettacolo e vicenda avesse luogo presso il Teatro alla Scala, fornendo quindi l’opportunità di conoscere retroscena sulla celebre istituzione e sugli altrettanto celebri personaggi che la frequentarono, come ad esempio Arturo Toscanini.
Eva Dea non solo amò l’arte per tutta la sua vita, ma cercò anche di trasmettere ad altri questa passione. Per questo offrì il suo aiuto a diverse ragazzi e fanciulle di Coccaglio che, come lei, si sposarono in giovane età. Cercò di proteggerli e di istruirli insegnando loro a cantare e a suonare il pianoforte
Oltre ad essere un’artista, Eva Dea era anche una benefattrice. Furono proprio i coniugi Mazzocchi a finanziare la costruzione del monumento in onore di Luca Marenzio presso la piazza a lui dedicata
di Coccaglio, in onore del quarto centenario della nascita del grande musicista. Nel deposito della Fondazione sono stati trovati anche i bozzetti da lei realizzati per la progettazione del monumento.
Eva morì all’età di 71 anni il 30 giugno del 1959 e sepolta nel cimitero di Coccaglio. Cesare, poco dopo la morte della moglie, iniziò ad occuparsi della stesura del testamento, morendo in seguito il 6 ottobre 1961 all’eta di 78 anni. La coppia non aveva avuto figli, quindi probabilmente anche per questo motivo l’eredità è stata lasciata ai comuni di Torbole Casaglia e di Coccaglio. Il testamento, infatti, prescrisse la costruzione di una Casa di riposo a favore degli anziani dei due comuni, probabilmente su suggerimento di Eva Dea stessa. Quindi ancora oggi il ricordo di questa donna straordinaria, del marito e del suocero Pompeo continuano a vivere a Coccaglio. Inoltre Eva Dea, nell’atto testamentario lasciò parte delle sue proprietà anche al comune d’origine, Berbenno di Valtellina.
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