Chi ai giorni nostri si trova a passeggiare sul lungolago del pittoresco comune di Pilzone, sulla sponda bresciana del lago, non potrebbe mai sospettare che ottant'anni fa dalle acque pescose e quiete dello specchio d'acqua lombardo fu concepita un'incursione di sommergibili che avrebbe dovuto colpire il cuore dell'America: il porto di New York. Le premesse possono sembrare tratte da una fiction hollywoodiana, ma le fonti storiche confermano che la missione fu davvero organizzata ed ebbe origine dalla sperimentazione di nuovi minisommergibili nelle acque del lago d'Iseo.
Idrovolanti, minisommergibili, incontri segreti. Di questo, e non solo, si resero protagoniste le sponde del lago d'Iseo. Tra l'inizio degli anni Trenta e la metà degli anni Quaranta il Sebino entra a far parte del tessuto industriale atto ad alimentare l'industria bellica. Presso l'idroscalo di Pilzone d'Iseo-Montecolino, oltre che centro per il completamento e la verifica degli idrovolanti, la produzione si diversifica con la costruzione e il collaudo dei minisommergibili. Battelli che per dimensione sono adatti a forzare le difese dei porti avversari e attaccare le navi ancorate. Montecolino sarà anche testimone di incontri segreti tra Alleati, Governo Cobelligerante e repubblicani della RSI. Questo per creare una eventuale "forza comune" in funzione antisovietica da schierare contro le forze jugoslave del maresciallo Tito. Non solo presenza nel corso del Secondo conflitto ma anche partecipazione alla Grande Guerra. L'idroscalo, seppur per un breve periodo, contribuì alla guerra aerea sul fronte della Valcamonica. Ora sui suoi piazzali è calato il silenzio. Non più rumore di maestranze, piloti che impartiscono ordini, motori aeronautici spinti al massimo. Quell'epoca di fasti aeronautici e nello stesso tempo tragica per gli eventi bellici è ormai conclusa.
Comments