Questa splendida imbarcazione venne costruita nel 1926, su ordinazione della Società di Navigazione a Vapore sul Lago d'Iseo, dalla Società Anonima Cantieri Cerusa di Voltri.
Il nome prescelto, La Capitanio, le venne assegnato per celebrare il centenario della morte e la solenne beatificazione della loverese Bartolomea Capitanio, fondatrice dell'ordine delle suore della carità. Il piroscafo, completato nel 1927, venne quindi trasferito a Lovere dove prese servizio nel maggio dello stesso anno.
Lo scafo, realizzato in lamiere chiodate, presentava una lunghezza di 24 m e una larghezza di 4 m. Inizialmente dotata di una macchina a vapore della potenza di 90 cv, che ne garantiva la propulsione su un'unica elica, La Capitanio subì, nel 1931, un importante refitting che portò alla sostituzione dell'originario apparato motore con un diesel della potenza di 120 cv realizzato dalla Tosi-Legnano. Nel 1932 la motonave venne ceduta alla Impresa Sebina di Navigazione.
Nel corso del secondo conflitto mondiale non sembra che sia stata requisita e/o utilizzata dagli uomini della R.S.I. o dai tedeschi. Terminata la guerra se ne perdono le tracce (1) sino al 2004 allorché venne ritrovata in stato di abbandono e quindi restaurata. La motonave attualmente risulta appartenere a una famiglia bresciana. Una curiosità: il fumo che si vede uscire dal fumaiolo è prodotto, per scopi meramente coreografici, da una macchina per il ghiaccio. [1] Alcune fonti, allo stato prive di riscontro, sostengono che nel 1955 sia stata ceduta alla società Luigi Busti S.r.l. di Bergamo che l'avrebbe trasformata in rimorchiatore e quindi posta in disarmo nel 1970.
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