Tra le sue opere più importanti la casa a Vello di Marone sul Lago d'Iseo, Brescia, 1962
Giorgio Grassi (Milano-1935) figura di riferimento nel panorama dell'architettura italiana contemporanea. Ordinario di progettazione architettonica alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, ha insegnato anche alla Facoltà di Architettura di Pescara, all'Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Valencia, all'École Polytechnique Fédérale di Losanna e all'Eth di Zurigo (Eidgenössische Technische Hochschule Zürich).
Membro d'onore del Bda (Bund Deutscher Architekten) e della Internazionale Bauakademie di Berlino, per la sua opera ha ricevuto il "Premio de arquitectura de la Camunidad Valenciana" (1985), la "Heinrich Tessenow Medaille in Gold" della Fondazione Alfred Toepfer Stiftung Fvs di Amburgo (1992) e l'"Architektur-Preis Berlin" (2003).
” Una buona soluzione in architettura esprime sempre con evidenza il problema da cui muove. Il suo problema, la sua ragione di essere. “
L’area sulla quale sorge questa casa è una striscia di terreno lunga e stretta, disposta longitudinalmente fra la vecchia strada provinciale che percorre la sponda bresciana del lago d’Iseo e il lago stesso. La pianta, formando un rettangolo molto allungato con il lato maggiore sul filo dell’acqua, segue questa disposizione La distribuzione dei locali è a pettine su un corridoio di disimpegno. L’opera stabilisce un rapporto proporzionale tra l’uomo e l’ambiente naturale.
“Con questo studio mi propongo di considerare e di descrivere alcuni sistemi teorici, alcune tecniche d’indagine e di sistemazione dei dati analitici, e di valutarne la portata sul piano metodico e l’efficienza sul piano conoscitivo. Vorrei inoltre mettere in relazione queste direzioni d’indagine con un particolare filone di pensiero, che è il RAZIONALISMO.
Faccio ciò perché penso che quei sistemi e quelle tecniche non hanno solo una validità sul piano storico, ma siano attuali per uno studio fondato e progressivo dell’architettura; inoltre collegare questi sistemi e tecniche con il RAZIONALISMO ne mette in evidenza la comune linea metodica e quindi il fine ultimo a cui sono dirette, e ci permette di riconoscerle come linea programmatica in senso generale. Con il temine di RAZIONALISMO designo un certo tipo di pensiero, un atteggiamento che precede e guida la scelta metodologica. Nel campo dell’architettura, del suo studio e della sua costruzione, il razionalismo rappresenta un angolo visuale, un atteggiamento rispetto all’esperienza dell’architettura.
Speculazione e indagine sui processi logici sono caratteristici del pensiero razionalista , quindi assume un ruolo preminente anche il procedimento. Quell’ansia di certezza che ne costituisce il movente si esprime attraverso un’esigenza di generalità: in ciò consiste la scelta speculava, nella ricerca di ELEMENTI COSTANTI. “
[G. Grassi, La costruzione logica dell’architettura, 1967]
Quanto più il mondo dell’architettura contemporanea, cioè la straordinaria quantità e varietà di forme, le più assurde e sorprendenti; si è allontanato da tutto quello che da sempre serve a identificare una costruzione come un’architettura e a identificare quell’architettura come appartenente di diritto a un corpus che, formatosi nel tempo, è il solo legittimato a incarnare la sua stessa definizione, tanto più mi è sembrato necessario, anzi indispensabile per non dovermene poi vergognare, di impegnarmi, in quanto architetto pensante, contro questa tendenza, oltre che con i miei progetti anche con l’insegnamento e con i miei scritti. Assistere a questa trasformazione mi ha spinto, per totale incompatibilità con quello che vedevo affermarsi, da un lato a ignorare questo gran farneticare collettivo, come se non mi riguardasse, come se non esistesse, per puro istinto di conservazione, e dall’altro a lavorare mettendo ogni volta a confronto quello che facevo con quello che era stato fatto di buono prima di tutto questo, e di confrontare il mio lavoro esclusivamente con quelle opere che, a partire da un’idea dell’architettura a me più comprensibile e affine, avevano dato la loro risposta esemplare a quello stesso problema che adesso era il mio turno di affrontare.
Giorgio Grassi, 2008
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